Environmental Risk Assessment of drugs: novità?

Cosa significa eseguire una valutazione di impatto ambientale dei principi attivi farmaceutici?

La valutazione di impatto ambientale dei principi attivi farmaceutici è richiesta sin dal 2006 da una specifica linea guida EMEA (ora EMA). Essa pone l’attenzione sulla verifica dell’impatto ambientale di tali principi attivi quando rilasciati dal paziente durante l’uso terapeutico. La linea guida è stata emessa in virtù di una imponente letteratura scientifica riportante casi eclatanti di impatti ambientali in alcune specie acquatiche e non solo. E’ da chiarire fin da subito che non si applica a rilasci incidentali dagli impianti produttivi dei farmaci.

 

Qual è il processo di valutazione ERA

Molto sinteticamente si tratta, in prima istanza, di calcolare semplicemente il valore della PEC (Predicted Environmental Concentration) dell’attivo oggetto dello studio e metterlo in relazione ad un valore di riferimento indicato nella linea guida. Se il valore calcolato è superiore al valore di riferimento sarà necessario proseguire con la valutazione tramite l’esecuzione di un pacchetto di studi sperimentali atto a verificare le proprietà eco-tossicologiche e di destino ambientale della sostanza al fine di determinare il pericolo intrinseco della stessa ed eseguire la valutazione del rischio.

 

Di quali studi si tratta? E’ un processo step by step?

Come detto gli studi da effettuare sono di carattere eco-tossicologico da una parte e di destino ambientale dall’altro. Si applica sempre un approccio step by step secondo il quale i risultati dei primi studi eseguiti posso indicare la necessità di eseguirne degli altri al fine di approfondire valutazioni specifiche. Per la parte eco-tossicologica si parte con studi acuti per poi eventualmente giungere a studi di durata prolungata o specifici per alcune specie (piante, alghe). Per la parte di destino ambientale si parte con la definizione “generica” del coefficiente di ripartizione ottanolo/acqua per verificare una potenzialità di bioaccumulo. Il base al risultato di questo possono essere necessari studi sperimentali più complessi di bioaccumulo, biodegradabilità, degradabilità. Ad ogni fase successiva di raccolta di sperimentali corrisponde un aggiornamento della valutazione del rischio che viene pertanto “raffinata” al progredire della sperimentazione. Studi addizionali possono sempre essere richiesti dalle Autorità Competenti nazionali se non soddisfatte dalle valutazioni presentate; a volte possono essere necessarie discussioni con le stesse per discutere un determinato approccio scientifico/sperimentale da adottare.

 

Quando finisce la valutazione del rischio ambientale?

Come detto, la valutazione ERA è un processo che ha un inizio ma potenzialmente non una fine. Questo è dovuto al fatto di dover applicare un approccio step by step, dalle eventuali richieste delle Autorità Competenti e, non da meno, da progresso tecnico-scientifico-regolatorio che impone nuove valutazioni del rischio in relazione e nuove evidenze di impatto ambientale.

 

Dal 2006 vi sono state novità regolatorie di rilievo?

La linea guida del 2006 ha adottato i principi della valutazione del pericolo e del rischio ambientale mutuandoli dai criteri in applicazione per le sostanze chimiche. Non è un caso che lo stesso anno sia stato pubblicato il Regolamento Europeo REACH che rivoluzionava in particolare proprio i criteri di valutazione del rischio nei vari scenari di uso previsti per una determinata sostanza chimica. Da quel momento qualcosa è cambiato: di rilevanza si può citare la necessità di effettuare studi sperimentali e non ricavare dati citati da fonti bibliografiche spesso poco affidabili (low reliable). La necessità di avvalersi di esperti eco-tossicologi e di valutazione del rischio ambientale è inoltre stata sottolineata da più parti.

 

Ci sono state rilevanti novità negli ultimi 3-5 anni?

Nel 2018 è stata emessa una linea guida in bozza allo scopo di aggiornare la “vecchia” linea guida del 2006. Le più rilevanti novità sono state l’introduzione della valutazione specifica degli Interferenti Endocrini (EDS= Endocrine Disrupting Substances) ed un rafforzamento della valutazione PBT (Persistenti, Bioaccumulabili, Tossici). In particolare, nel primo caso la valutazione EDS dovrà essere effettuata in parallelo alla valutazione delle proprietà eco-tossicologiche. In tal modo viene enfatizzata la necessità di tale valutazione viste le problematiche esistenti in molti farmaci (es. hormone-like) per questo end-point di sicurezza. La linea guida non ha mai visto la luce in forma definitiva probabilmente in relazione alla attuale revisione della legislazione europea per i farmaci dove per la valutazione ERA si aspettano novità rilevanti.

 

Una volta definito un ERA sono a posto?

Bisognerà sempre tenere presente il progresso scientifico che nel settore ambientale fa passi da gigante. Per questa ragione, è probabile che la nuova legislazione farmaceutica possa richiedere anche aggiornamenti dei dossier ERA in base alla disponibilità di nuovi approcci sperimentali o nuove tematiche da studiare.

 

Chemsafe, sin dal 2006, ha affrontato un notevole numero di valutazione ERA con i suoi esperti della BU Pharma. Siamo pronti ad aiutarvi nell’implementazione delle nuove richieste che verranno. Non esitate, pertanto, a contattarci presso chemsafe@chemsafe-consulting.com.