Apitossina: una riscoperta per nuove applicazioni nel settore cosmetico e farmaceutico

Il Veleno d’ape, anche chiamato Apitossina, è il veleno dell’Apis mellifera ed è stato utilizzato fin dall’antichità per le sue proprietà antinfiammatorie e per la cura dei dolori articolari;
Ippocrate, il padre della medicina occidentale, nel V secolo A.C. consigliava il veleno d’ape per il
trattamento del dolore articolare e dell’artrite. Descriveva il veleno d’ape come un “Arcano”, una sostanza misteriosa di cui conosceva le proprietà curativa ma non ne comprendeva i meccanismi di azione. Più recentemente il veleno d’ape è stato utilizzato per le sue proprietà rigeneranti cutanee, nel trattamento di problematiche dell’epidermide (psoriasi e dermatiti) e con un effetto antirughe e rimpolpante.

L’Apitossina e’ composta da diversi enzimi:

  • la  Melittina, rappresenta il 52% dei peptidi del veleno. E’ un potente agente anti-infiammatorio che induce l’organismo a produrre il cortisolo. Previene anche la distruzione delle cellule in caso di forte infiammazione. Agisce sul sistema immunitario, pilotando gli anticorpi verso le articolazioni.
  • la Fosfolipasi A2 rappresenta il 10-12% dei peptidi ed agisce come neurotossina. È un enzima che riesce a degradare le membrane cellulari. Provoca anche una riduzione della pressione sanguigna ed inibisce la coagulazione del sangue.
  • l’Adolapina rappresenta il 2-5% dei peptidi, agisce come anti-infiammatorio e analgesico in quanto blocca la cicloossigenasi.
  • il Peptide 401 (2-3%) e’ uno dei più potenti anti-infiammatori conosciuti. Agisce sull’ipofisi provocando la produzione di ACTH e quindi di cortisolo.
  • l’Apamina (2%), antinfiammatorio, accresce la produzione di cortisolo nelle ghiandole surrenali. Agisce come neurotossina.
  • le dopamine e noradrenaline rappresentano l’1-2% e provocano l’aumento della frequenza cardiaca.
  • i proteasi-inibitori rappresentano il 2% e agiscono come anti-infiammatori.
  • la ialuronidasi rappresenta l’1-3% dei peptidi, provoca la dilatazione dei capillari che a sua volta è la causa dell’allargamento dell’infiammazione.
  • le istamine rappresentano lo 0,5-2% e sono coinvolte nel meccanismo di risposta allergica.

 

La raccolta dell’apitossina avviene inducendo le api, con scariche elettriche a bassa tensione senza indurre dolore, ad estroflettere il pungiglione e quindi ad emettere il veleno. Utilizzando un apposito telaio collegato ad un dispositivo elettrico gli apicoltori ottengono la deposizione del veleno su una lastra di vetro senza che il pungiglione rimanga conficcato nel sovrastante telo di nylon. Una volta essiccato sulla lastra il veleno viene raschiato, conservato sotto forma di cristalli e commercializzato.

 

Nella cosmesi l’apitossina viene sfruttata per le sue proprietà: antirughe, per ridurre le cicatrici, per combattere la cellulite. Recenti studi sulle sue proprietà hanno inoltre dimostrato la sua eccezionale efficacia come antinfiammatorio e antidolorifico venendo utilizzato nei trattamenti (Apiterapia) in caso di:

  • Osteoartrite, Artrite Reumatoide, Artrosi
  • Reumatismi
  • Rigenerazione cellulare nel caso di ustioni, ferite, cicatrici.
  • Rigenerazione cellulare in casi di Psoriasi.

 

La nostra società è in contatto con un consolidato produttore di apitossina in Brasile nel distretto di Brasilia,  Andrea Mabrito. Traferitosi in Brasile circa una ventina di anni or sono, ora è il più grande produttore di prodotti  apistici di tale distretto inclusa la apitossina. Andrea è un imprenditore illuminato ed appassionato pronto a trovare acquirenti o rivenditori del suo prodotto sul mercato europeo.

 

Se volete saperne di più non esitate a contattarci a chemsafe@chemsafe-consulting.com.