
Cos’è l’ossido di etilene?
L’ossido di etilene (o ossirano) è un composto chimico, organico, strutturalmente molto semplice: è un epossido che si ottiene per ossidazione dell’etilene. È presente in forma liquida ma avendo una temperatura di ebollizione molto bassa (11° C) si trova in forma gassosa a temperatura e pressione ambiente, forma nella quale viene principalmente utilizzato. È classificato come estremamente infiammabile, esplosivo all’aria, molto irritante e tossico per inalazione. Secondo Regolamento (EC) No 1272/2008 (CLP) è anche listato in categoria 1B: mutageno, cancerogeno e tossico per la riproduzione.
Essendo molto reattivo, l’ossido di etilene viene impiegato nelle procedure di sterilizzazione in molti settori: dalla sterilizzazione di impianti, alla sterilizzazione di strumenti chirurgici, a quella di magazzini alimentari. Può essere anche utilizzato come agente sterilizzante alternativamente alla pastorizzazione per i prodotti termolabili, dove il calore non può essere impiegato poiché distruggerebbe i prodotti di interesse.
In “natura” siamo esposti all’ ossido di etile che proviene dagli scarichi dei motori e del fumo di sigaretta. In queste circostanze, tuttavia, l’esposizione non prolungata e in spazi aperti non costituisce un rischio elevato per la nostra salute, contrariamente a quanto invece avverrebbe per un’esposizione prolungata e diretta in spazi chiusi. Negli impianti chimici, per esempio, dove questa molecola è un intermedio o il prodotto finale, l’operatore deve assicurarsi di prendere precauzioni adeguate per non esporsi alla sostanza.
Il settore alimentare e l’ossido di etilene
Parallelamente all’esposizione per inalazione, anche l’ingestione è un aspetto considerevole della tossicità dell’ossido di etile. L’utilizzo di questa sostanza per la disinfezione nelle produzioni alimentari – rimozioni muffe o parassiti- è pratica comune, principalmente per quanto riguarda la disinfezione di magazzini di stoccaggio di materie prime e prodotti finiti.
Prima che venisse bandito dal territorio Europeo, l’ossido di etilene veniva utilizzato come antiparassitario (pesticida) dei raccolti. Attualmente invece esso non risulta più presente nella lista delle sostanze attive dei fitosanitari (Plant Protection Product) dell’Unione proprio in quanto molto tossico per l’uomo.
Nonostante il suo profilo, il suo utilizzo è ancora consistente, tanto che in è disciplinato in Europa dal Regolamento (CE) N. 396/2005 il quale ne riporta i limiti massimi negli alimenti (concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale). Il Regolamento definisce una soglia dello 0.05 mg/kg di ossido di etilene espresso come sommatoria di ossido di etilene più di-cloro etanolo (un suo prodotto derivato). Gli alimenti presenti sul mercato nell’Unione devono attenersi a tali limiti per non costituire un danno al consumatore.
Il Sistema di Allerta Rapida per Alimenti e Mangimi (RASFF: Rapid Alert System for Food and Feed)
Negli ultimi mesi del 2020 e nel corso del 2021, l’interesse all’ossido di etilene è salito alle stelle. Molti prodotti già sul mercato riportavano 1000 volte le quantità consentite di ossido di etilene. Il RASFF ha lanciato numerosi allarmi, informando gli stati Membri a ritirare i prodotti eccedenti i limiti. In Italia si parla di 250 allerte per ossido di etilene sinora (potrebbero essere di più).
Tra i prodotti ritirati troviamo semi di sesamo (principalmente dall’India), noci, cumino e altre spezie, riso e farine ma anche ingredienti utilizzati in integratori alimentari come lo psillio biondo. Di notevole scalpore è stata la questione dell’additivo alimentare E 410, la farina di semi di Carrube, utilizzato come addensante nella produzione alimentare, nei gelati per esempio. Elevati valori di ossido di etilene si sono trovati in tale additivo, compromettendo non solo l’additivo in se ma tutti i lotti di prodotti finiti dove esso è stato utilizzato. Analogamente, accanto alle carrube, anche la gomma di guar (E 412) si è vista coinvolta in elevati richiami dal mercato.
La Commissione Europea si è espressa in merito dichiarando che tutti i prodotti contenenti l’additivo E 410 il cui limite di rilevabilità di ossido di etilene è positivo, devono essere ritirati tempestivamente dal mercato.
Il caso più eclatante ha interessato, a partire da quest’estate sino ad ora, la Francia. Dall’8 giugno, infatti, il RASFF ha confermato la contaminazione di ossido di etilene di entrambi gli additivi (E 410, E 412) obbligando la Francia a ritirare dal mercato un all’incirca 2000 e più prodotti dagli scaffali contenenti tali additivi contaminati.
Data la vasta quantità di prodotti non conformi, ci si aspetta che un controllo a tappeto venga effettuato anche sui prodotti in entrata dai Paesi extra-UE nel prossimo periodo.
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