
Le “declinazioni” della canapa
Tra i termini cannabis, canapa e CBD si fa sempre molta confusione: li sentiamo nominare in settori differenti, con eccezioni diverse e usi distinti e talvolta in maniera sbagliata. Cerchiamo qui di fare un po’ di ordine, in poche parole, con maggiore focus al panorama italiano ed europeo.
La cannabis o canapa è una pianta che fa parte delle cannabaceae. Si ha la distinzione in varietà e sottospecie, le specie conosciute sono la C. sativa, la C. indica e la C. ruderalis. Come pianta, essa contiene uno spettro di sostanze chimiche caratteristiche al suo interno, tra le quali, i cannabinoidi. I più discussi e famosi cannabinoidi sono, attualmente, il CBD (non psicoattivo) e il THC (psicoattivo). Il termine Marijuana, dalle origini sconosciute, venne coniato per identificare la femmina della pianta ad uso stupefacente.
La canapa industriale è una sottocategoria di cannabis destinata al settore agricolo, florovivaistico, alimentare e cosmetico. Questa sottocategoria è definita in funzione della sua conformità al Reg. n° 1307/2013, art. 32, comma 6. Tale regolamento riporta le varietà e le specie di piante ammesse e certificate per l’uso nei menzionati settori. Il requisito fondamentale che fa da spartiacque tra la canapa industriale e la cannabis (o canapa) è il tenore di THC, il quale, nella canapa industriale, non deve superare il 0.2% (p/p).
Il contenuto di THC viene calcolato come la somma di (-)-trans- Δ9 -THC (attivo) e di Δ9 -THCA-A (precursore acido non attivo). Negli allegati del Regolamento di esecuzione n° 809/2014 e nelle raccomandazioni (UE) 2016/2115 sono riportati rispettivamente il calcolo del THC e il metodo di campionamento ed analisi. In Italia viene previsto, esclusivamente per gli agricoltori, un range di tolleranza nel contenuto di THC entro il limite dello 0.6%.
Il CBD, o cannabidiolo, è uno dei cannabinoidi caratteristiche della pianta Cannabis ed è, a tutti gli effetti, un prodotto chimico e non agricolo. In quanto tale, esso è soggetto a regole diverse rispetto a quelle di destinazione della cannabis come pianta. Attualmente, il CBD è un principio attivo farmaceutico autorizzato, commercializzato in Europa da GW con nome Epidiolex (solo CBD) e Sativex (THC: CBD 1:1). Questi farmaci vengono indicati per il trattamento di alcune forme di dolore da cancro, epilessia e sclerosi multipla.
Nel 2019, la comunità europea ha definito per tale molecola, sia di origine sintetica che naturale, lo status di novel food (o nuovo alimento). Come tale, secondo il regolamento UE 2015/2283, esso necessita di un’autorizzazione da parte della Commissione Europea e di EFSA prima della messa in commercio come alimento (gli integratori alimentari sono alimenti per definizione di Regolamento 178/2002).
Nonostante il CBD sia sottomesso ai rigidi requirements del Regolamento Novel Food, altri alimenti derivati dalla canapa sono disponibili sul mercato da sempre. Questi sono i semi, la farina di semi e l’olio di semi.
La legislazione italiana è una delle poche in territorio europeo ad aver stabilito dei limiti legali di THC nei prodotti alimentari, espressi in mg di THC per kilogrammo di cibo. Questi sono:
- semi e farina: 2,0 mg di THC totali su 1 kg di prodotto;
- olio ottenuto da semi di canapa: 5,0 mg/kg;
- integratori alimentari contenenti alimenti derivati dalla canapa: 2,0 mg/kg.
Gli integratori alimentari a cui si fa riferimento qui, escludono quelli a base di CBD. Alcuni, per esempio, sono capsule di olio di semi di canapa. Il quantitativo di CBD all’interno di questi è quello presente naturalmente. L’azione rivendicata per il CBD è quella di un effetto calmante e rilassante, volto ad aiutare il benessere psicofisico del consumatore.
Per quanto riguarda la cosmetica, invece, il CBD sia di origine naturale che di sintesi viene ammesso. L’azione rivendicata dal CBD nei prodotti cosmetici è anti-sebo, antiossidante, condizionante e protettivo. Parallelamente alla recente introduzione del CBD naturale nei cosmetici, anche il cannabigerolo (CBG) si è guadagnato l’inclusione nel database CosIng e l’utilizzo nei cosmetici.
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