
Il pacchetto Economia Circolare
Tutti gli imballaggi sul mercato dovranno essere provvisti di un’etichettatura ambientale per essere messi sul mercato nazionale: la novità arriva finalmente da due delle quattro direttive europee del pacchetto sull’economia circolare. Parliamo della Direttiva UE 2018/851 sui rifiuti e della Direttiva UE 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio. In Italia, queste due direttive sono recepite dal Decreto Legislativo del 3 settembre 2020, n. 116, in vigore dal 26 settembre 2020.
Così come l’intero “pacchetto circolare”, le normative puntano a controllare lo smaltimento e i rifiuti nell’ottica di preservare l’ambiente e andare via via a sostituire i materiali non riciclabili. Tra gli obiettivi delle nuove direttive è previsto il riciclo entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani (60% entro il 2030 e 65% entro il 2035) e parallelamente si vincola lo smaltimento in discarica (fino ad un massimo del 10% entro il 2035). Il 65% degli imballaggi dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. I rifiuti tessili e i rifiuti pericolosi delle famiglie (come vernici, pesticidi, oli e solventi) dovranno essere raccolti separatamente dal 2025 e, sempre a partire dal 2025, i rifiuti biodegradabili dovranno essere obbligatoriamente raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio. Per quel che riguarda la discarica, il pacchetto Ue limita la quota di rifiuti urbani da smaltire a un massimo del 10% entro il 2035.
Ma focalizziamoci sugli imballaggi. Cosa viene previsto dal nuovo Decreto Legislativo, in breve?
Gli imballaggi dovranno essere etichettati secondo le norme tecniche UNI applicabili (ossia in funzione del materiale di cui si tratta) e definiti in modo che la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio di questi ultimi sia facilitato e di facile comprensione anche per i consumatori finali. Quante volte guardando una confezione vuota di biscotti ci siamo chiesti in quale cestino della nostra raccolta differenziata andasse destinato il nostro rifiuto? In termini pratici dovremmo, d’ora in poi, essere in grado nelle nostre cucine di sapere dove buttare i cartocci del latte e i sotto pacchetti delle patatine. L’imballaggio, o packaging ci fornirà le istruzioni.
La questione non è del tutto nuova, tuttavia. Molti marchi, negli ultimi anni, come politica di marketing hanno fatto dell’ambiente una priorità e si sono impegnati nel fornire queste informazioni già dal principio. Nulla di nuovo, quindi, per alcuni.
Chiaramente l’etichettatura dovrà essere apportata su ogni componente separabile dell’imballaggio, senza tralasciare i materiali a diretto contatto con i cibi (o MOCA). Il Decreto in questi termini coinvolge tutti i tipi di imballaggio: primario, secondario e terziario.
Le informazioni minime che devono obbligatoriamente essere riportate in etichetta riguardano:
- Tipologia di imballaggio (scritto per esteso o rappresentazione grafica);
- L’identificazione del materiale (codifica alfanumerica, ai sensi della Decisione 97/129/CE);
- La famiglia di materiale di riferimento e l’indicazione sul tipo di raccolta;
- Esplicitazione “verifica le disposizioni del tuo Comune”.
Queste, poi, possono essere aggiunte di informazioni di tipo volontario.
Le Linee Guida CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), redatte con l’Istituto Italiano Imballaggio e grazie al confronto con UNI, Confindustria, Federdistribuzione e molte altre Associazioni di categoria, sono state rilasciate in merito al tema il 29 Dicembre 2020 (disponibile al link: http://www.progettarericiclo.com//docs/etichettatura-ambientale-degli-imballaggi). Le Linee Guida descrivono le informazioni minime da riportare sull’etichetta ambientale ma anche quelle facoltative. Esempi concreti vengono proposti per confrontare le diverse modalità attraverso cui apporre un’etichetta ambientale a diversi tipi di pack, differenziati per destinazione d’uso (B2B e B2C) e per composizione (monocomponente o composto da più componenti separabili manualmente). Uno strumento essenziale per chi si deve interfacciare con la nuova serie di norme.
Al fine di aiutare le aziende, il CONAI ha messo a disposizione da metà gennaio un nuovo tool e-tichetta interamente dedicato all’etichettatura ambientale degli imballaggi per guidare le aziende nell’adozione di un sistema di etichettatura conforme e chiaro per i consumatori finali (http://e-tichetta.conai.org).
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